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Il tema delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile  2022, “Riconoscersi. Includere per trasformare l’esistente”, si propone l’obiettivo di ragionare sulla valenza trasformativa del Terzo settore e su come questo potrà contribuire a scrivere un nuovo ‘patto sociale’ che miri ad uno scenario di prosperità inclusiva.

I temi al centro della XXII edizione rappresentano un’occasione di confronto significativo per diverse tipologie di soggetti che, con diversi approcci, trattano le tematiche in questione: Organizzazioni della Società Civile, Università, Istituzioni e imprese

In particolare quest’anno l’intento sarà quello di raccogliere proposte concrete, passando da un piano analitico ad uno spiccatamente contributivo.

I titoli, le presentazioni e gli orari delle sessioni:

Sessione di Apertura
Venerdì 14 ottobre 09.30 – 13.00

Riconoscersi. Includere per trasformare l’esistente

Nel corso degli ultimi anni si è osservata una progressiva riscoperta e domanda di riconoscimento in relazione a due questioni principali: da un lato, il crescente bisogno di inclusione come risposta all’aumento della vulnerabilità, insicurezza e precarietà; dall’altro, la presa di consapevolezza che per far fronte a trasformazioni di carattere sistemico occorre costruire nuove alleanze tra soggetti di natura diversa. Riconoscersi diventa dunque quel principio che abilita il passaggio dalla fase della “diagnosi” a quella della “terapia”, dando il via ad un agire realmente trasformativo grazie al quale sviluppare proposte e progettualità che lasciano da parte rigidi modelli calati dall’alto, per adottare un approccio sperimentale che fa dell’innovazione una prassi non più eccezionale ma quotidiana.

Ore 11.45-13.00

ANTEPRIMA

Presentazione Istat e approfondimento dati RUNTS

Ore 13.00-15.00

Pausa pranzo presso la mensa del Centro Universitario residenziale di Bertinoro

Sessione pomeridiana (I)
Venerdì 14 ottobre 15.00 – 16.15

Il lavoro come opera fra senso e compenso

La crisi pandemica ha apportato cambiamenti radicali nel mondo del lavoro, non solamente dal punto di vista dei processi organizzativi e della natura delle attività svolte, ma anche, e soprattutto, in riferimento al significato che esso assume all’interno delle vite delle persone. Cresce il rifiuto dell’idea del lavoro come semplice merce da scambiare in cambio di un compenso, così come cresce il rifiuto a far coincidere l’identità personale con ciò che si fa. Contemporaneamente, la progressiva erosione del poter d’acquisto di individui e famiglie, nonché il costante aumento del costo della vita rendono sempre più urgente il tema dell’adeguamento dei salari. Oltre ad un lavoro “giusto”, grazie alla quale la persona assume la capacità di provvedere alle proprie necessità, si chiede a gran voce un lavoro “dignitoso”, ovvero in grado di consentire la realizzazione di sé. Ciò che va rimesso in discussione fin dalle sue radici è dunque il rapporto tra senso e compenso, a partire da un’idea diversa di “valore” del lavoro.

Sessione pomeridiana (II)
Venerdì 14 ottobre 16.30 – 17.15

Il “fattore democratico” nella lotta alle disuguaglianze

Le transizioni non sono mai neutrali. Infatti non tutti i cambiamenti aprono a veri processi di transizione, così come non tutte le transizioni rappresentano di per sé miglioramenti per la vita delle collettività. Le grandi trasformazioni in atto possono, infatti, portare a nuovi e condivisi benefici, ma anche, ad un aumento di disuguaglianze e disagio sociale. A fare la differenza sarà la capacità di costruire – o meno – un governo del cambiamento, dotandosi di strategie inclusive e orientate all’impatto. Una forma di governo che trova i suoi cardini, da un lato, nella scrittura di un nuovo patto sociale tra tutti i soggetti della comunità, e dall’altro nell’apertura dei processi decisionali. Al Terzo Settore spetta dunque l’arduo compito di alimentare la pluralizzazione del meccanismo democratico e svolgere un ruolo culturale di guida per il cambiamento.

Sessione pomeridiana (III)
Venerdì 14 ottobre 17.30 – 18.45

Neomutualismo e nuove economie di prossimità

Assistiamo alla nascita di una nuova generazione di progettualità locali che basa la propria distintività su quel principio di fondo che si potrebbe definire di “neomutualismo”, ovvero si sceglie di muovere dal riconoscimento della reciproca interdipendenza che lega tutti gli attori sociali, ai quali viene chiesto di condividere non solo i mezzi ma anche i fini di un’azione che non può che essere «comune». Ciò permette la costruzione non solo di risposte di carattere difensivo volte e tutelare dai rischi sociali emergenti, ma anche di avviare vere e proprie economie di prossimità che coniugano protezione e sviluppo. Il protagonismo delle collettività assume così una veste del tutto nuova e si assiste ad una fioritura dell’intraprendenza comunitaria che prende la forma di cooperative di comunità, di progetti per la rigenerazione di spazi, di comunità energetiche, ovvero di nuove infrastrutture sociali.

 

Ore 20.30

Cena presso Enoteca Bistrot Colonna

Sessione del sabato mattina
Sabato 15 ottobre 09.30 – 10.45

Fare territorio. La sfida dell’abitare nelle aree interne

È solo nel corso dell’ultimo decennio che il tema delle aree interne è diventato oggetto di una strategia e di politiche nazionali specifiche aprendo ad una sfida inedita: immaginare nuovi modelli di sviluppo che non si limitino ad un semplice riposizionamento della dimensione locale rispetto le dinamiche globali, ma che siano in grado di offrire proposte concrete per tornare a garantire abitabilità a tutte quelle aree ritenute marginali rispetto ai grandi centri urbani. Costruire un’idea di sviluppo in grado di coniugare la risposta ai bisogni fondamentali delle comunità con piani per la valorizzazione di tutte le risorse e le intelligenze presenti sul territorio, attivando catene del valore che rendano quest’ultimo sostenibile. Per riuscirci tre sono gli aspetti ritenuti di particolare rilevanza: innanzitutto è tempo di superare la contrapposizione tra territori metropolitani e ruralmontani, adottando una prospettiva maggiormente unitaria. In secondo luogo, si deve riconoscere il ruolo strategico delle organizzazioni di Terzo settore nel costruire infrastrutture sociali capaci di unire creazione di valore, sistemi di protezione e allestimento di contesti per l’innovazione. Infine, cambiare l’idea stessa di territorio, riconoscendo quella dimensione relazionale, produttiva e collaborativa che supera i tradizionali confini amministrativi.

Sessione di chiusura
Sabato 15 ottobre 11.15 – 13.00

Ricostruire un nuovo spazio politico ed economico

Se il “riconoscersi” vuole essere agito e non restare a livello di mero formalismo, diventa cruciale aprire una nuova “fase contributiva” dove cittadini, lavoratori, imprese e istituzioni possano essere considerati soggetti protagonisti della ripartenza. Per riuscirci occorre uno sforzo collettivo, invitando la politica a non farsi guidare dal corto-termismo e dal paternalismo, stimolandola a riconnettersi con l’esperienza reale delle comunità. Allo stesso tempo, interrogando in maniera profonda l’intera società civile e il Terzo Settore su come rinnovare il “fattore democratico”, e sulle potenzialità che il più ampio contesto dell’Economia Civile può offrire in termini di sviluppo e ricostruzione del legame tra istituzioni pubbliche, cittadini e realtà produttive.

 

Ore 13.00
“Cappelletto in corte” – Brunch conclusivo nella corte della Rocca di Bertinoro

 

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RICONOSCERSI. Includere per trasformare l’esistente

XXII edizione
Bertinoro, 14-15 ottobre 2022

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AICCON è il Centro Studi promosso dall'Università di Bologna, dal movimento cooperativo e da numerose realtà, pubbliche e private, operanti nell'ambito dell’Economia Sociale, con sede presso la Scuola di Economia e Management di Forlì.

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