Quale spazio ha e quanto conta oggi la dimensione sociale, in particolare del Terzo settore, nella costruzione del nostro modello di sviluppo?
In apparenza i riflettori restano puntati sugli orizzonti classici della crescita economica, proprio mentre aumentano le disuguaglianze e si ingrossano le fila della cosiddetta “terza società”, quella delle persone che finiscono ai margini o vengono espulse dai cicli produttivi.
A ben guardare, però, alcuni segnali di un recupero della sfera sociale si possono rintracciare in diversi fenomeni emergenti: basti citare, solo per fare qualche esempio, le forme di economia collaborativa, la cittadinanza attiva che si riappropria della gestione di spazi e beni pubblici, l’avvento delle start up a vocazione sociale, l’affermazione delle strategie di sostenibilità nel business, il debutto anche in Italia delle Benefit corporation.
Stiamo assistendo, insomma, sia pure al riparo dai toni enfatici che caratterizzano il nostro tempo, a un processo di trasformazione dei meccanismi di produzione del valore, sia economico che sociale. Per questo il Terzo settore, che da ormai 16 anni si dà appuntamento in ottobre a Bertinoro, sui colli forlivesi, per delineare gli scenari dell’economia civile, ha scelto di interrogarsi questa volta sul tema “Da spazi a luoghi: proposte per una nuova ecologia dello sviluppo”. Il confronto, che si svolgerà nelle giornate di venerdì 14 e sabato 15 alla Rocca universitaria, intende riportare società e territori al centro della scena.
Che cosa significa e che cosa comporta il passaggio “da spazi a luoghi”? «Si tratta di due concetti molto diversi – spiega Stefano Zamagni, economista e presidente della commissione scientifica di Aiccon, l’associazione che organizza le Giornate di Bertinoro -. Il luogo è qualcosa di più di uno spazio. È un ecosistema dove l’attività produttiva, quella culturale e quella sociale si intrecciano per creare nuovo valore».
Il mondo produttivo, sia delle imprese che delle organizzazioni, secondo Zamagni è in grado di esprimere un valore ben maggiore di quello che viene usualmente rendicontato attraverso le scritture contabili. Da qui la ricerca di nuovi modelli per rappresentare la creazione di valore.
«Veniamo da una lunga stagione – sottolinea Zamagni, artefice nel 1996 della legge sulle Onlus ed ex presidente dell’Agenzia per il Terzo settore – nella quale si insisteva sul fatto che il valore debba essere redistribuito, il che è fondamentale. Ma il presupposto, ovviamente, è che per redistribuire bisogna prima riuscire a creare, ed è su questo che dobbiamo concentrare l’attenzione».
Come muoversi nella ricerca? Per Paolo Venturi, direttore di Aiccon, il terreno da esplorare è quello dell’economia delle relazioni: «Attraverso il protagonismo dei giovani e della comunità si possono produrre nuove forme di gestione del territorio, basate sul cooperare e mosse dal desiderio di produrre un significativo impatto sociale».
In questo senso, secondo Venturi, le imprese sociali di nuova generazione sono «sia autenticamente imprenditoriali, sia a vocazione sociale».
Qualche esempio? «La nuova manifattura, i designer dei servizi, i community manager, gli operatori della coesione sociale, i cittadini che vanno a riabitare le aree interne del paese per rigenerarle, insomma tutti coloro che magari faticano a trovare una definizione specifica all’interno del vasto settore dell’innovazione sociale, ma che sono comunque protagonisti di trasformazioni produttive».
Le giornate di Bertinoro si candidano, dunque, a rappresentare quest’anno la rivalutazione della dimensione territoriale nell’era della globalizzazione. Da qui il titolo “Per una nuova ecologia dello sviluppo”, che fa da cornice alle diverse sezioni di confronto. Allo stesso tempo, però, ci sarà anche l’opportunità di un approfondimento sullo stato dell’arte dei decreti attuativi della riforma del Terzo settore. Un insieme di disposizioni che, proprio in tema di innovazione sociale, sono destinate a dare risposte importanti, soprattutto per il non profit produttivo.
Fonte: articolo di Elio Silva pubblicato su Il Sole 24 Ore (10 ottobre 2016)